Fecha de publicación: 25-06-2014
L’Energy polygon, situato in Volkmerjeva cesta, è stato progettato per attività nel campo delle energie rinnovabili e processi tecnoglogici.
Il progetto nel campo delle energie rinnovabili – RES è stato sponsorizzato e fondato dall’ istituto E-zavod, dalla compagnia Klima Petek e da una compagnia Austriaca di Gussing. I partners hanno costruito il poligono per determinare quale mix di proprietà sono usate per la produzione di energia dalla radiazione solare (calore, elettricità).
Attualmente i proprietari del poligono sono in fase di installazione di una pala eolica dalla potenza elettrica di 1kW. Stanno, inoltre, pensando di installare case automatiche intelligenti che completeranno l’intero poligono (in fase di negoziazione).
Nel progetto delle case automatiche intelligenti verrà posizionato un piccolo accumulatore di calore che userà l’energia geotermica.
Contemporaneamente, per la formazione del poligono, due insegnanti della Scuola Centrale di Ptuj hanno completato la formazione Europea per formatori nell’ambito di fonti di energie rinnovabili. Hanno ottenuto una licenza Europea nel campo dello sfruttamento delle RES e installazione di case intelligenti. Le loro conoscenze verranno trasmesse agli scolari, agli studenti e ai settori dei servizi.
Sistemi installati per l’utilizzo dell’energia solare rappresentano ulteriori conoscenze per la copertura dei tetti. A causa del grande interesse tra i lavoratori delle lamiere metalliche e dei copri tetti, gli insegnanti dell’Energy polygon, insieme alla compagnia austriaca PREFA, hanno organizzato corsi di formazione per i lavoratori stessi. I formatori mettono al corrente i partecipanti rigurado le tecniche di installazione e regolazione delle procedure di montaggio e copertura. Alla fine del corso i partecipanti ottengono il certificato di figura autorizzatao per la scelta dei materiali da copertura.
Nel poligono sono attualmente installate 12 strutture didattiche per l’utilizzo e per lo sfruttamento efficient di fonti di energia rinnovabile. Le strutture hanno un design modulare, sono collegabili liberamente tra loro e consentono di effettuare misurazioni. Le componenti e le strutture sono installate per una migliore comprensione delle pompe di calore, sistemi di raffreddamento, CHP e processi operativi.
Fecha de publicación: 25-06-2014
Lo sviluppo tecnologico e informatico in particolare, hanno avuto un’evoluzione molto veloce nel corso degli ultimi anni; ciò si è ripercosso sulle abitudini gesti e comodità quotidiane. Tale evoluzione tecnologica ha preso piede in molti settori, ma non è ancora molto sviluppato sotto la forma di supporto alla gestione energetica ottimale di un edificio.
Nel mercato dei servizi energetici, trovano spazio compagnie che sviluppano software con la finalità di raggiungere il risparmio nell’utilizzo di energia primaria e di altre risorse. Inoltre, esse curano un altro aspetto molto importante, che è quello ambientale, individuando e monitorando le emissioni di gas serra e di sostanze inquinanti.
I sistemi di gestione intelligente dell’energia consentono di ottenere riduzioni dei consumi di energia e di altre risorse il che si traduce anche in un riscontro economico positivo per le figure che decidono di avvalersene.
Si tratta di una forma di investimento piuttosto sicura. Molte compagnie di servizi energetici che offrono tale servizio garantiscono la riuscita dell’investimento e l’ottenimento di benefici, senza rischi.
A seconda delle necessità e dei desideri dei clienti, le società di servizi energetici propongono vari tipi di investimento, con vari tipi di intervento e con differenti tempi di recupero.
In ogni modo, la Gestione Intelligente dell’Energia non compromettono i livelli di comfort e i servizi di cui poter fare uso all’interno della costruzione; bensì il cliente sensibile al risparmio energetico e delle risorse preziose per la vita apprezzerà molto il tipo di gestione dell’edificio.
Per una gestione ottimale e per la massimizzazione del risparmio occorrono numerosi dati relativi agli utilizzi di energia; si rendono quindi indispensabili numerose misurazioni circa i consumi di :
Tali misure di risparmio energetico possono essere applicate in qualsiasi contesto, per qualunque edificio di ogni tipo di qualsiasi destinazione d’uso finale.
Fecha de publicación: 25-06-2014
Durante la fase di ideazione dell’ultima direttiva inerente l’efficienza energetica, si è assistito a quello che per gli ambientalisti è stato un passo indietro rispetto alla proposta originaria di Bruxelles, in cui l’obbiettivo era quello di ridurre del 20% i consumi di energia primaria, rispetto al 1990, entro il 2020. In realtà si è giunti ad un compromesso, confermando una riduzione per il 17%, che rappresenta sicuramente un passo in avanti in quanto si era partiti da una base del 13% a causa dell’opposizione di molti governi; ora ogni stato membro dovrà realizzare un piano finalizzato all’efficienza energetica ogni tre anni e la Commissione Europea vigilerà sull’adeguatezza di tali e sui risultati raggiunti, così come è previsto dalle Direttive inerenti.
Il 4 dicembre 2012 è entrata in vigore la Direttiva 2012/27/UE e stabilisce un quadro comune di misure per l’incentivazione dell’efficienza energetica, cioè per il contenimento dei consumi di energia primaria e quindi dei costi avendo gli stessi prodotti e servizi. Tale direttiva prevede, inoltre, che gli Stati membro creino strumenti di carattere finanziario ideati ad hoc che servano da stimolo per gli investimenti nel campo dell’edilizia , dei trasporti e della distribuzione di energia.
I punti più importanti della Direttiva 2012/27/UE riguardano:
Gli stati membri hanno dovuto recepire la suddetta direttiva nei propri ordinamenti nazionali entro il 5 giugno 2014.
In ambito più strettamente edilizio, la direttiva europea di riferimento sul rendimento energetico è la Direttiva 2010/31/EC ,entrata in vigore il 9 luglio 2010 e sostituisce la precedente Direttiva 2002/91/EC; tale direttiva promuove il miglioramento della prestazione energetica degli edifici, tenendo conto delle condizioni climatiche esterne, delle prescrizioni climatiche relative agli ambienti interni e dell’efficacia sotto il profilo dei costi.
La direttiva comprende anche una metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici e delle unità immobiliari che gli Stati membri son tenuti ad applicare; tale metodologia di calcolo tiene conto della tipologia d’uso dell’edificio, delle sue caratteristiche termiche, delle sue divisioni interne, degli impianti di riscaldamento e di produzione di acqua calda, di condizionamento e ventilazione, di illuminazione, della progettazione, posizione e orientamento, dei sistemi solari passivi e di protezione solare.
I punti più importanti della Direttiva 2010/31/EC riguardano:
Affinché gli obbiettivi stabiliti dalle Direttive Europee riguardanti l’efficienza energetica vengano raggiunti con successo è fondamentale una diffusa conoscenza e consapevolezza di come dover operare da parte del personale tecnico, dalla progettazione all’esecuzione dei lavori; a tal riguardo sono state avviate iniziative finalizzate alla formazione professionale, come il progetto europeo Build Up Skills.
Il progetto “Build Up Skills – Energy training for builders” è stato lanciato circa 2 anni orsono, vede la partecipazione dei paesi dell’unione europea, ha lo scopo di creare una forza lavoro qualificata nel mondo del lavoro a livello europeo in grado di contribuire, realizzando edifici a consumo quasi zero, al raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020.
I numeri coinvolti in questa iniziativa sono notevoli. I paesi cooperanti sono complessivamente 30, i paesi dell’EU28 più Norvegia ed ex Repubblica Jugoslava, le organizzazioni interessate a vario titolo sono più di 1800 in tutta Europa e dai primi risultati dello studio condotto è emerso che il numero di lavoratori europei del settore delle costruzioni che necessiterebbero di aggiornare le proprie competenze in materia di efficienza energetica nel campo edile entro il 2020 è di 3 milioni.
Sono stati inoltre rintracciati i principali ostacoli da abbattere affinché questo avvenga:
È di notevole importanza investire sulla formazione dei lavoratori edili, sia per ragioni di buona qualità del lavoro che per ragioni di civiltà. Essi si trovano spesso faccia a faccia con numerosi rischi ed è ovviamente importante che seguano corsi che li informino dei rischi a cui sono sottoposti e/o a cui possono sottoporre altre persone presenti sul posto di lavoro.
Le responsabilità del lavoratore sono, dunque, essenzialmente divisibili sotto due aspetti fondamentali:
Se da un lato la Comunità Europea investe risorse per la formazione dei preziosi lavoratori edili, dall’altro emerge una sensazione di incompleta tutela dei diritti da parte delle autorità stesse.
Da una pubblicazione della “EFBWW – European Federation of Building and Woodworkers” si nota un’amara denuncia delle condizioni precarie a cui spesso sono soggetti i lavoratori, soprattutto i transfrontalieri ed immigrati e dello sfruttamento a cui sono sottoposti, probabilmente a causa della competitività dell’economia europea.
Sempre sul manifesto della EFBWW si legge ciò che è l’augurio di molti, e cioè che le Direttive sull’efficienza energetica dovrebbero essere progetti più ambiziosi, in modo da assicurare negli Stati membri notevoli investimenti nel rinnovo energetico degli edifici allo scopo, fra gli altri, di migliorare la condizione dei lavoratori, di incrementare l’efficienza energetica e creare occupazione.
Fecha de publicación: 19-06-2014
Una sperimentazione effettuata durante il progetto di ricerca SolarCIP (Criticità Installazione e Progettazione degli impianti solari), condotta dall’Ecoistituto RESEDA onlus, ha realizzato un confronto tecnico-economico tra un sistema integrato solare termico/biomasse/fotovoltaico ed un sistema totalmente elettrico con utilizzo di pompe di calore alimentate tramite FV.
Le due tipologie di sistema sono state monitorate per 5 anni in 8 edifici per individuare vantaggi e criticità delle due soluzioni.
L’utenza tipo che è stata presa in considerazione è quella di una casa bifamiliare di circa 70 mq di superficie riscaldata, costruita negli anni ’70 e senza una buona coibentazione; situazione ancora oggi tra le più diffuse.
Lo studio ha evidenziato che entrambi i sistemi riescono a garantire la copertura dell’intero fabbisogno di energia termica ed elettrica ma il costo iniziale dei due sistemi è diverso: in generale è più costoso il sistema completamente elettrico anche se non necessita di acquisto di combustibile. Per quanto riguarda la manutenzione ordinaria inizialmente è stata più gravosa quella dei sistemi biomasse/solare, in quanto è stato necessario fare almeno tre pulizie l’anno della caldaia a pellet; con caldaie di minori prestazioni la pulizia sale addirittura di una volta ogni settimana.
Le conclusioni hanno comunque confermato che entrambi i sistemi devono essere progettati adeguatamente e adattati alle caratteristiche dell’edificio dove sono applicati: zona geografica, tipo di sistema di riscaldamento, qualità della coibentazione. Soprattutto per i sistemi a pompa di calore si deve fare attenzione al giusto abbinamento con il sistema di riscaldamento, perché di solito gli errori sono piuttosto onerosi in questi casi.
Per maggiori informazioni: http://www.qualenergia.it/articoli/20140514-casa-a-emissioni-zero-solare-termico-biomasse-fotovoltaico-pompa-di-calore
Fecha de publicación: 02-06-2014
Il progetto Efficiency Jobs può dare una risposta alle necessità evidenziate per la filiera economica Piemontese.
Una ricerca congiunta realizzata da IRES e Regione Piemonte ha sottolineato la necessità di una formazione congiunta fra progettisti, imprese, artigiani, fornitori dei materiali e committenza, in modo da creare maggior condivisione delle caratteristiche tecniche ed economiche degli interventi e adottare sistemi di valutazione delle alternative che indirizzino alla scelta delle soluzioni più adatte.
Le modalità di formazione, inoltre, soprattutto per le imprese artigiane, non possono solo essere di tipo tradizionale, ma debbono appoggiarsi a forme innovative di workshop e dare luogo a dimostratori, che consentano di sperimentare le soluzioni a partire dalla esperienza degli attori stessi della filiera. Si dovrebbe pensare inoltre alla costruzione di esperienze nell’ottica della lean production applicata ad un processo di ristrutturazione edilizia, che riproduca il metodo tradizionale di funzionamento di un cantiere locale per stimolare da parte dei soggetti in esso coinvolti le soluzioni pertinenti tratte dalla propria esperienza. L’interno rapporto è scaricabile all’indirizzo http://www.regione.piemonte.it/artigianato/dwd/2013/greenEconomy.pdf